The New Yorker, Vogue, Vanity Fair, Wired e GQ – le testate più famose di Condé Nast – diventano un brand anche per la produzione audiovisiva. Condé Nast Entertainment ha annunciato il lancio di un network di studios che opereranno con l’etichetta delle testate, creando film, serie tv e podcast ispirati spesso ad articoli pubblicati e da distribuire sulle piattaforme del gruppo e terze. Sono già stati annunciati i primi progetti: The New Yorker Studio è al lavoro sul film City of a Million Soldiers (ispirato a un articolo pubblicato dalla testata sulla Nineveh Swat, squadra d’elite di soldati iracheni) e la serie Spiderhead (ambientato in un futuro prossimo e già selezionato da Netflix). Vogue Studio ha in cantiere una serie di documentari su famosi designers, per ora senza titolo (The Untitled Fashion Project). Vanity Fair Studio propone due film: Gilded Rage (da un articolo sull’omicidio del magnate degli hedge fund Thomas Gilbert senrio) e The Chairmen (da un articolo di Eric Konigsberd sulla vera storia di una rivalità tra mercati di antichità). Tre i progetti di Wired Studio: il film Tell Tale Heart (storia di un omicidio del ruolo svolto dal device Fitbit nelle indagini, sempre da una storia vera), la dark comedy King of the Jungle, sul creatore dell’antivirus McAfee e The Untitled Backpage.com Project, serie scripted sull’omonimo sito. Due i titoli di GQ Studios: The Untitled Great High School Imposter Project (storia di un bambino ucraino che ha falsificato la sua età per essere adottato) e Murder Creek, film basato sull’omicidio di un uomo al Malibu Creek State Park. «Il nostro network globale di 1800 giornalisti ed editor ci dà un accesso senza precedenti alle storie più coinvolgenti nel mondo», ha dichiarato Roger Lynch, Ceo di Condé Nast. Condé Nast Entertainment conta già 65 progetti attivi al cinema e in tv, 175 pilot digital e due canali Ott.