Partiamo dal concetto dei “Tre Zeri”: ci spiega cos’è?Il concetto dei 3 Zeri è un concetto semplificatore che si applica a qualsiasi progetto. Garantisce che l’edificio sia stato progettato nel rispetto di tre linee guida principali. Zero chilometri: vicinanza di materiali da costruzione e competenze locali; Zero CO2: gestione energetica e minori emissioni e Zero rifiuti: gestione del lifecycle nel processo di costruzione e riutilizzo dei materiali da costruzione.E come si applica, per esempio, in un prodotto come la cucina? Mi faccia degli esempi…Per esempio, Zero km significa evitare di importare marmo dall’estero per privilegiare i materiali di origine locale con l’obiettivo di ridurre al massimo i percorsi di trasporto e, di conseguenza, le emissioni che da esso derivano. Analogamente, grazie all’utilizzo di tecniche costruttive tendenti a zero emissioni e usufruendo di energie alternative, si arriva a realizzare edifici che minimizzano la produzione di CO2. Infine, Zero Waste significa riorganizzare la fine dei prodotti. Considero sempre più fondamentale che l’architetto, già in fase di ideazione, si ponga il problema di quanto il prodotto o l’edificio dovrà necessariamente essere eliminato. In questo senso “Zero Rifiuti” sottolinea la necessità di considerare l’intero ciclo di vita del prodotto o dell’edificio, dalla costruzione fino allo smantellamento con l’obiettivo di cercare di evitare la creazione di rifiuti superflui. Quali sono gli aspetti fondamentali da tener conto quando progetta una cucina? In cucina il criterio da seguire non è tanto quello della form follows function (la forma segue la funzione), quanto quello della form follows hygiene (la forma segue l’igiene). Un altro elemento determinante sul quale ci focalizziamo molto è la tattilità e la sensorialità, che servono a evitare cucine fredde, e sono parte integrante del piacere di mangiare. Per noi l’idea di “freschezza mediterranea” è alla base, anche quando disegniamo posate, pentole e tutti gli altri elettrodomestici da cucina. In una delle nostre ultime chiaccherate mi affermò che “la cucina 4.0 era un goal del 2025”…Glielo confermo. Tanto più l’offerta delle aziende diventerà sfaccettata e complessa, tanto più questa sarà la strada da seguire per valorizzare in modo sinergico il valore che il marchio è in grado di esprimere in ciascuno dei segmenti in cui opera. … e a proposito di brand, di recente avete realizzato il primo showroom per un importante marchio…Insieme al mio partner Antonio Rodriguez abbiamo realizzato il flagship-showroom di Euromobil a Milano esclusivamente in collaborazione con fornitori italiani. È un progetto “Made in Italy” al 100%. L’architettura incornicia il cuore del marchio, il cuore della casa: la cucina.Altri due termini che ritornano sempre quando si parla con lei di architettura, sono: “Ecotecture” e “Botanical Architecture”. Spieghiamo cosa significano e come si traducono nei suoi lavori?Sì, uso queste espressioni da quando ho iniziato. Sono sempre stato interessato al concetto di “value for money”, infatti uno dei nostri obiettivi è cercare soluzioni in linea con i budget indicati. Questo è il motivo per cui credo molto nella costruzione prefabbricata di legno, per esempio. Dove Eco = Economy / Tecture = Architecture. L’architettura botanica cerca, invece, una simbiosi con la natura. Riteniamo la natura parte integrante del nostro lavoro, la portiamo anche all’interno degli edifici, rendiamo omaggio alla natura e lasciamo che si sviluppi senza forzature. Nulla di nuovo, se ci pensa: un’architettura “verde” non è l’ultima tendenza, è come dovrebbe essere da sempre.L’”Healthy living” è, invece, da sempre al centro della vostra filosofia. Su cosa si basa? Una vita sana inizia con ciò che mangiamo poiché il cibo sano è la fonte del benessere. Significa respirare aria pulita, significa benessere fisico e psicologico. Credo fermamente che l’architettura possa influenzare il benessere. Proponiamo ambienti naturali utilizzando legno e pietra naturale, colori caldi e forme morbide, in grado di generare benefici per l’anima e il corpo.Come giudica l’attuale produzione di cucine ed elettrodomestici? Secondo la sua visione, risponde realmente alle esigenze del consumatore finale? O è troppa rispetto alla reale domanda di mercato?Preferisco l’high-touch all’high-tech. Lavoriamo da oltre 12 anni con Zwilling, azienda tedesca esperta nella realizzazione di utensili da cucina – disegniamo dai coltelli alle pentole agli elettrodomestici. Insieme al loro eccellente team cerchiamo di trovare soluzioni per creare prodotti che il consumatore possa comprendere in modo intuitivo, che siano timeless, semplici, ma altamente innovativi.Leggi l’intervista integrale