Anche Xiaomi nella lista nera degli States
Sul Corriere.it di oggi, la notizia risalta nella prima pagina del canale dedicato all’elettronica. Xiaomi entra nella lista nera di Donald Trump che, a pochi giorni dall’inauguration day prende ancora decisioni di rilievo.
A fine anno passato, la società cinese è riuscita a sottrarre alla Apple il titolo di terzo top venditor di smartphone al mondo, ma a quanto par,e ora il suo nome si affianca ad altri come il costruttore di areomobili Comac e la compagnia petrolifera Cnooc. Diverse le restrizioni in cui è caduta, tra cui l’impossibilità di ricevere investimenti dagli Stati Uniti: questo comporta che non solo non si possano comperare le sue azioni, ma chi le detiene sia obbligato a cederle entro l’11 di novembre.
Ovviamente il rimbalzo sulle borse è stato immediato: ha perso subito oltre il 10% del suo valore. Il motivo di questa scelta? Secondo il Dipartimento della Difesa, Xiaomi sarebbe una “società militare comunista”, come cita il Corriere. I legami con le Forze Armate di Pechino vengono così visti come un pericolo importante. La black list non sarebbe la stessa di quella di Huawei , ma il contraccolpo non ha aspettato a presentarsi.
La controparte nel frattempo, ha diramato immediatamente una nota dove specifica di non essere controllata nè affiliata all’esercito cinese e di non essere una “Società militare comunista cinese”. Si è detta inoltre intenzionata a intraprendere azioni appropriate per proteggere gli interessi della società. Chissà se Biden riuscirà a sistemare il braccio di ferro.