Condannati tre manager Fnac Italia per bancarotta a Milano
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Gli ex presidenti del CdA di Fnac Italia, Christophe Deshayes e Charles Claret De Fleurieu e Mattieu Malige, ex membro del Consiglio di Amministrazione, sono stati condannati a tre anni per bancarotta con rito abbreviato per un ammanco di 36 milioni di euro nella vicenda del dissesto della società italiana , costola di quella francese fondata nel 1954. Dopo l’inaugurazione del primo negozio italiano in via Torino a Milano nel 2000, sono stati aperti altri punti vendita a Genova, Torino, Napoli e Verona. La società era stata messa in liquidazione nel 2014. Il giudice ha assolto “per non aver commesso il fatto” altri due imputati che avevano scelto il rito abbreviato: Alexandre Bompard, ex dg di Fnac sa, ed Eric Joselzon, ex membro del cda di Fnac Italia. Altri tre imputati, invece, sono stati rinviati a giudizio (udienza il 18 maggio alla terza penale), mentre per due professionisti è arrivato il proscioglimento in udienza preliminare.
Secondo quanto riportato da ANSA e ripreso da Affaritaliani.it, stando all’imputazione nell’inchiesta, nel dissesto di Fnac Italia sarebbero state portate avanti una serie di operazioni per “recare pregiudizio ai creditori” della società italiana, “trasformata in srl il 26.11.2012 e messa in liquidazione l’11.1.2013”. La società era stata “ammessa alla procedura del concordato preventivo con un passivo di 36 milioni di euro e l’accordo di pagare il 20% dei crediti chirografari, nonostante la capogruppo Ppr Sa avesse stanziato un finanziamento di 25 milioni di euro per Fnac Italia, con conseguente possibilità di pagamento pressochè integrale dei debiti sociali”. La parte offesa, Fnac Italia in concordato preventivo, era arrivata ad una transazione con risarcimento ed era quindi uscita dal procedimento davanti al gup.