Bellicini, Direttore Cresme: il mercato ITS e la pandemia, cosa cambia?
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Ecco l’intervento do Lorenzo Bellicini, Direttore del Cresme, durante l’ultima convention Angaisa. Il clima di grande incertezza a livello globale, ha portato a un’inevitabile contrazione del PIL anche in Italia, con una chiusura 2020 stimata dal CRESME al -10,3%, seguita da un primo rimbalzo del +3,2% nel 2021. Commercio, consumi, produzione, costruzioni, sono stati pesantemente segnati dalla prima e dalla seconda ondata della pandemia. L’incertezza ha portato anche, in parallelo, a un sostanziale congelamento degli investimenti e a un forte incremento della propensione al risparmio delle famiglie italiane, che passa dal 10,1% del 2019 al 15,2% del 2020, con una consistenza dei depositi nel 2020 salita a 1.653 miliardi di euro (dai 1.303 miliardi del 2014). Si assiste a un riposizionamento tra settori, tra Paesi e tra città e territori. A livello regionale la riduzione del PIL è più significativa per Lazio, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia-Romagna, aree che evidenziano a loro volta reazioni e modalità di ripresa diversificate. Non basterà il 2021 per recuperare il terreno nuovamente perso, forse sarà necessario attendere il 2023. Altra variabile importante è rappresentata dalla nuova disponibilità di spesa della macchina pubblica, ma sarà fondamentale una allocazione virtuosa ed efficiente delle risorse disponibili. Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, l’indice sentiment Cresme evidenzia un trend di chiusura del 2020 del -10,5% rispetto al dato 2019. Forte frenata anche per il settore immobiliare durante il periodo più virulento del lockdown, seguita da segnali di ripresa, legati soprattutto ai temi di una rinnovata richiesta di qualità e benessere abitativi; le compravendite delle abitazioni faranno segnare un decremento pari al -11,4%, seguito da un recupero del +8,7% nel 2021. A loro volta, gli investimenti fanno registrare nel 2020 una flessione significativa, con un -10,6% nel nuovo residenziale e un -13,9% nel rinnovo residenziale, mentre le opere pubbliche potranno giocare un nuovo ruolo positivo. Anche l’utilizzo dei bonus fiscali nel periodo gennaio-settembre 2020 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) segna il passo, con una contrazione del -12,7%. Una frenata da mettere in relazione alla pandemia, ma anche alla frenata indotta dalle attese/aspettative create dall’entrata in scena (non ancora del tutto operativa) del “Superbonus 110%”. Un incentivo con potenzialità in grado di sviluppare investimenti per 1.000 miliardi in relazione agli interventi antisismici, e di 600 miliardi per quanto riguarda l’efficientamento energetico. Nel 2021 il Superbonus dovrebbe produrre un incremento in valori assoluti del mercato edilizio pari a 2.421 milioni di euro; nell’ipotesi di un prolungamento dei benefici a tutto il 2022 l’impatto viene valutato in 8.069 milioni di euro, dei quali 1.614 nel 2021 e 6.455 nel 2022. Per quanto riguarda il settore ITS, Lorenzo Bellicini ha evidenziato il diverso impatto atteso nel 2020 sui diversi segmenti merceologici, prendendo spunto dai dati dell’Osservatorio provinciale ANGAISA-CRESME: caldaie -10,5%, pompe di calore -2,2%, pavimenti -14,1%, rubinetti -13,9%, sanitari -14,2%.