Durante la 4° Convention della distribuzione italiana di settore organizzata da Federmobili sono stati toccati molti temi per cercare di profilare presente e futuro del settore. Una certezza su tutte è che, nonostante ci siano stati segni positivi dopo il lockdown, questi non basteranno a risollevare il settore che chiuderà l’anno a segno meno. Mauro Mamoli, presidente di Federmobili, ha presentato i risultati del sondaggio interno alla Federazione (chiusi a settembre), su 402 rivenditori per un totale di quasi 500 punti vendita della dimensione media di 1.000 metri quadrati e con circa 6 addetti.Il fatturato indicativo medio registrato da gennaio ad agosto è di circa 700 mila euro, con una variazione del -16,8% e una proiezione di calo dell’11,8% per il 2020 (vs il 2019). “Dal lockdown in poi a cambiare è stato soprattutto il processo di acquisto – ha spiegato il presidente – che si è velocizzato moltissimo e in poco tempo: la percentuale di vendite rispetto ai preventivi è aumentata per il 50% dei nostri rivenditori. La consapevolezza di avere una casa da modificare ha portato a decisioni più veloci. Dobbiamo essere in grado di rispondere a questa esigenza”.Maria Porro, invece, neoeletta presidente di Assarredo (settore che chiuderà il 2020 con un calo stimato intorno al 16%) che ha preso parte alla convention, ha aggiunto: “È necessario ottimizzare il sistema creando un coordinamento maggiore tra produzione e distribuzione in un’ottica di cultura del progetto a misura del cliente attraverso l’educazione digitale sia per quanto riguarda la manifattura, che deve aggiornare il modo di produrre, sia per la rete vendita che deve aggiornare il modo di proporsi usando anche i finanziamenti per progetti sostenibili che aiutino imprese e negozi ad utilizzare in modo sensato le possibilità che il digitale offre. Così se ne potrà avvantaggiare tutto il sistema”.